Dodici – Zerocalcare: per la prima volta il protagonista non è Zerocalcare e nemmeno la sua vita quotidiana, ma un’avventura a Rebibbia invasa dagli zombie.
Dodici
AUTORE: Zerocalcare
EDITORE: Bao Publishing
PREZZO: € 13.00 cartaceo
RECENSIONE:
Primo volume in cui i protagonisti non sono la vita e i pensieri personali di Zerocalcare, anzi, il protagonista non è nemmeno lui.
Ci troviamo a Rebibbia, quartiere in cui Zero e i suoi amici hanno vissuto, durante un’apocalisse zombie. Nell’appartamento di Zerocalcare, oltre a lui, troviamo Secco, il suo migliore amico, Katja, una ragazza combattente capitata lì per caso, e Cinghiale, un vero e proprio cinghiale parlante con un unico pensiero fisso: il sesso.
Zerocalcare, colpito alla testa da un nemico sconosciuto, resta inerme per quasi tutto il racconto anche se, finché i suoi due amici cercano di scappare da Rebibbia per sfuggire agli zombie e per trovare un medico per lui, Zero comincia a pensare al suo quartiere, che forse non è mai stato niente di speciale, ma che è comunque il suo quartiere, che non trova giusto abbandonare.
Devo dire che Dodici non mi ha appassionata come i precedenti volumi di Zerocalcare, anzi, vi dirò di più, appena terminato il volume ho pensato che questa fosse la sua prima opera che inaspettatamente era riuscita a deludermi.
Ora mi trovo qui, a scrivere di questo fumetto e faccio fatica a capire i miei sentimenti nei confronti di questo graphic novel. Perché? Perché in realtà Dodici non è stata una semplice storia d’avventura che ricordava The Walking Dead, no. È una storia che ti fa capire come Zerocalcare ci tenga a Rebibbia, al suo quartiere, e a come sia faticoso abbandonarlo, nonostante tutti i difetti che esso porta con sé, nonostante un’invasione zombie che ha portato solo morte e devastazione.
E solo ora capisco come Zerocalcare abbia parlato anche del mio paese, del paese di moltissime altre persone e della fatica che facciamo a lasciarcelo alle spalle, nonostante, a volte, l’unica soluzione sia quella di scappare, di voltargli le spalle e non girarsi più indietro.
È vero, la storia in sé non mi ha fatto impazzire, trovo che ci siano i tratti tipici di Zerocalcare (comicità e triste realtà nonché riferimenti al mondo nerd), ma è come se rispetto al solito tutto fosse più smorzato. Un finale veloce, quasi troncato. E a mio avviso è prevedibile cosa sia successo a Zero. Tutto questo mi aveva fatto giudicare non molto positivamente Dodici, non appena terminata la lettura.
Ma a sangue freddo, finché scrivo e rifletto su questo fumetto, ho capito il messaggio di base, quello più importante: l’amore e l’odio per il proprio paese, che ti spinge a restare con la voglia di andartene, che ti spinge ad andartene con la voglia di tornare.
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erigibbi
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