In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo – Roland Schimmelpfennig: un lupo che compare all’improvviso, persone che sopravvivono.
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo
TITOLO: In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo
AUTORE: Roland Schimmelpfennig
EDITORE: Fazi
PREZZO: € 18.00 cartaceo; € 9.99 e-book
RECENSIONE:
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo è sicuramente un romanzo particolare, non tanto per la storia in sé, ma per come essa è stata narrata da Roland Schimmelpfennig.
Tutto inizia con l’apparizione inaspettata di un lupo in una Berlino gelida e immersa nella neve. Da quel momento si intrecciano le storie di persone molto diverse tra loro, che per un motivo o per un altro si conoscono, si incrociano, si amano e si odiano, si perdono e si ritrovano.
Noi lettori non sapremo i nomi di tutti, anzi, la maggior parte avrà nomi molto generici come il ragazzo e la ragazza, o ancora, il padre del ragazzo e la madre della ragazza.
Non ci affezioneremo a queste persone, non c’è tempo, non c’è occasione, non ci sono possibilità.
Lo stile di Roland Schimmelpfennig è secco, minimalista, senza sfumature emotive. Le parole si susseguono una dopo l’altra formando frasi brevi, concise e dirette. Tutto sembra un continuo colpo di fucile.
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo inizia con un lupo e finisce con il lupo, sparito all’improvviso. Ed è come se sparissero anche i personaggi comparsi in queste storia: tutte le loro vite sono così intrecciate che nella mia testa si è formata, a fine lettura, una matassa aggrovigliata delle loro storie che a poco a poco ha cominciato a sbiadire, per poi disperdersi nell’aria.
In un chiaro, gelido mattino di gennaio all’inizio del ventunesimo secolo è un libro che mi ha colpito fin da subito per lo stile di Roland Schimmelpfennig. È uno stile a cui noi lettori italiani non siamo abituati; nonostante questo, il libro mi è piaciuto. Mi ha permesso di immergermi completamente nelle vie innevate di Berlino; di carpire la solitudine di alcune persone e lo sforzo che compiono per sopravvivere, rinunciando a vivere.
È un libro che consiglio, ma per la sua particolarità credo che non molti lettori italiani lo possano apprezzare.
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erigibbi
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